Un po’ di storia della macchina per cucire.
La macchina da cucire nasce nel lontano 1842 dall’idea e dal successivo brevetto di Jonh J. Greenough. All’inizio non ebbe larga diffusione in quanto la tradizione, gli usi ed i costumi dell’epoca volevano che tutto venisse cucito esclusivamente a mano; inoltre le prime macchine da cucire avevano dimensioni tali da poter essere utilizzate solo in grandi botteghe e non nelle case delle signore. In origine si trattava di un macchinario puramente meccanico e seppur col passare del tempo sia stato ridotto di dimensioni, sia stato migliorato esteticamente e raffinato nei meccanismi di lavoro, questo strumento è rimasto puramente meccanico fino a quasi un decennio fa. Ai giorni nostri i circuiti stampati e gli impulsi elettrici hanno ormai preso ,per la quasi totalità delle vendite, il posto di vecchie ma pur sempre affascinanti parti meccaniche come cinghie ed ingegnosi meccanismi porta filo. L’invenzione della macchina da cucire, ed il largo impiego che ne è stato fatto nel corso del tempo, hanno permesso di velocizzare i meccanismi di produzione degli indumenti, degli abiti, delle pelli e delle stoffe di ogni genere; questo ha costituito il duplice vantaggio di avere prodotti di buona, se non ottima, qualità e, vista la capacità di velocizzare di tempi dell’attività produttiva, ad un costo ridotto. La ricca richiesta di prodotti sempre nuovi ha indubbiamente favorito la nascita e lo sviluppo di alcune aziende, col tempo divenute leader nel settore, produttrici di macchine da cucire. Tra queste aziende citiamo quelle che hanno conosciuto un maggiore sviluppo nel passato e che tuttora producono decine di modelli di macchine da cucire per la loro vendita a livello mondiale: la Necchi, che è una azienda italiana, la Singer, americana, la Pfaff, di origini tedesche. la Juki la Janome e la Brother,giapponesi, la Viking Husqvarna, di origine svedese
